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Educazione sessuale: perché è ancora un tabù?

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Come funziona l’ovulazione? Come si infila un preservativo? Se sai rispondere correttamente appartieni a quella strettissima minoranza (appena il 4%) di adolescenti che hanno ricevuto una corretta educazione sessuale e che riescono a colloquiare con i propri genitori sull’argomento.

Il tema sesso e contraccezione, infatti, non riesce a trovare una giusta dimensione in ambito scolastico, nonostante sia da oltre un secolo che vengono presentate proposte di legge sull’argomento (la prima risale addirittura al 1910). In famiglia, poi, dove il dialogo dovrebbe essere ancora più intimo, spesso si ottengono solo informazioni tecniche e quanto più possibile asettiche, come il minimo indispensabile per non svenire al momento del menarca.

Il ruolo (mancato) dei genitori

Dalla ricerca effettuata dalla SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) è emerso che in tema di educazione sessuale le carenze cominciano proprio dai genitori, che non hanno evidentemente a loro volta ricevuto informazioni strutturate e corrette. Nelle famiglie che oggi hanno figli adolescenti o poco più (la ricerca è stata condotta tra i genitori ed i ragazzi nati a partire dal 1985) parlare di sesso è ancora un tabù: ben 1 famiglia su 3 non ha mai affrontato l’argomento. I genitori poi rivelano una grande confusione riguardo i metodi contraccettivi: solo il 12% conosce l’effettiva validità della contraccezione ormonale, il 22% ritiene che il preservativo non sia utile ad evitare le malattie ed addirittura 1 genitore su 4 confida nei metodi naturali come contraccezione ideale per i giovanissimi.

Ma c’è anche da dire che solo il 5% dei genitori intervistati crede che i propri figli possano avere rapporti sessuali prima dei 15 anni, mentre ben il 38% dei ragazzi ammette di aver avuto il primo rapporto prima di quell’età.

I dati raccolti hanno fatto scattare l’allarme, già evidente dal numero di minorenni che (specialmente il lunedì, dopo il fine settimana di divertimento) si presentano disperate nei consultori o al pronto soccorso chiedendo contraccettivi di emergenza.
Anche le malattie trasmesse sessualmente sono all’ordine del giorno: il 68% dei casi di clamidia e il 48% di gonorrea riguardano ragazzi e ragazze sotto i 25 anni.
Si devono poi aggiungere le circa 10mila mamme bambine (con un’età media 16 anni) e il numero crescente di aborti under 18, arrivato a superare nel 2009 i 4000 casi (quasi 3500 ragazze italiane, in netta minoranza le straniere). Di questi, circa 1400 (rapporto 2010 del Ministero di Grazia e Giustizia) sono aborti compiuti con la garanzia del Giudice tutelare cui le minorenni si rivolgono per ottenere l’assenso senza far sapere nulla ai propri genitori. Il 66% delle ragazze che si rivolgono al Giudice tutelare dichiara di “avere paura di perdere la fiducia e il rispetto dei propri genitori”.

È proprio la mancanza di dialogo in famiglia la prima causa dei tanti incidenti di percorso delle nuove generazioni in fatto di sesso, anche in un’epoca dove informazioni e confronti sono sempre più facilmente raggiungibili ed accessibili. Il ruolo dei genitori però resta fondamentale, costituisce l’originario punto di riferimento ed incide irrimediabilmente sull’approccio sentimentale e fisico dei figli e sulle loro relazioni. Per questo oggi molti specialisti insistono sull’importanza di un corretto dialogo in famiglia e sulla necessità che i genitori per primi siano informati correttamente sull’argomento. Inoltre bisogna evidenziare la prerogativa della figura materna (nel 56% dei casi è la madre che fornisce informazioni, per lo più alle figlie femmine) e la quasi totale latitanza dei padri. È invece importante che i genitori collaborino nell’educazione anche sessuale dei figli, per comunicare anche una collaborazione ed una condivisione paritarie nella gestione delle relazioni.

Per i genitori incerti, un valido aiuto può essere reperibile anche in libreria, con la guida “Educazione sessuale: tutto quello che dovete sapere se avete un figlio adolescente” (Giunti editore) o tramite internet, attraverso i numerosi siti dedicati all’argomento. Il 44% dei ragazzi dichiara che vorrebbe che in casa si parlasse di più dell’argomento: genitori, che aspettate?

Il ruolo (mancato) della scuola

Lezioni di educazione sessuale? Sì, grazie. Nel corso dell’ultimo secolo, in Italia, si sono succedute diverse campagne (a volte vere e proprie battaglie come nel caso della distribuzione di preservativi nelle scuole) sulla necessità di impartire lezioni di educazione sessuale a cominciare già dalle elementari. Il tema ha sempre accesso polemiche, in particolare riguardo contenuti e modalità, finanche per decidere quale fosse la figura docente preposta a tale materia. Il risultato di tante battaglie è comunque desolante, dato che l’educazione sessuale rimane tagliata fuori da ogni programma ministeriale – salve poche e non sempre corrette iniziative di autonomia didattica – mentre il disegno di legge è fermo in Parlamento dal 1975.
Nonostante le incessanti proteste di alcune associazioni e la richiesta proveniente dalla stragrande maggioranza degli studenti, l’orario scolastico non sembra trovare spazio per questo argomento, che invece interessa molto i ragazzi (il 66% vorrebbe usufruire di lezioni di educazione sessuale a scuola ed il 36% chiede informazioni ai docenti) e riguarda direttamente le loro vite.

Un’altra occasione persa per la scuola italiana, specialmente se si confrontano i dati del nostro Paese con gli effetti di una corretta educazione sessuale e relazionale impartita in altri paesi non troppo distanti dal nostro.

Il podio spetta, come al solito, ai paesi del nord Europa, dove i programmi ministeriali sono attivi dal 1956 (Svezia) e si distribuiscono gratuitamente kit e video informativi (Finlandia).
In Germania le lezioni di educazione sessuale e sentimentale (con tanto di approfondimenti sulle posizioni) sono parte del programma ministeriale dal 1970. In Francia i preservativi vengono distribuiti a partire dalla terza media, mentre la pillola del giorno dopo può essere richiesta direttamente a scuola.
In Scozia ha riscosso un grande successo il programma “Healthy Respect” (Sano Rispetto), che incrementa le nozioni prettamente biologiche con riflessioni sui rapporti umani e sulla condivisione delle emozioni, arrivando a dimostrazioni pratiche sull’uso dei contraccettivi. Le scuole cattoliche hanno però rifiutato questo programma statale, sostituendolo con un altro dal titolo “Call to Love” (Chiamato all’Amore), in cui si invita a posticipare i rapporti sessuali a dopo il matrimonio.

Lo stesso atteggiamento viene mantenuto dalle fasce conservatrici negli Stati Uniti, con risultati disastrosi considerando l’elevatissimo numero di gravidanze ed aborti fra minorenni.
Al contrario, l’Olanda ha registrato una netta diminuzione delle gravidanze indesiderate tanto da risultare il paese con la più bassa percentuale di ragazze madri nel mondo. Il successo sembra proprio doversi ricondurre al programma “Lang leve de liefde” (Amore per tutta la vita), che ha lo scopo di fornire ai giovani tutte le conoscenze necessarie ad essere consapevoli e a poter prendere decisioni ragionate in materia di salute e sessualità. Il programma è stato avviato nel 1980, inizia dalle scuole elementari ed è interamente finanziato dal Governo.

Dove ti informi?

A casa no, a scuola neppure: da dove prendono le informazioni sul sesso e la contraccezione i ragazzi di oggi? Dagli amici (78%) o da internet (67%). Utilizzando queste fonti, il 65% dei giovani si ritiene “ben informato” sul sesso, sui metodi contraccettivi e sulle malattie sessualmente trasmissibili (indagine svolta dalla Durex in collaborazione con IPSOS, 2011). Come è possibile, allora, che nessuno degli intervistati dalla redazione di Gynevra sappia cos’è il coito interrotto o quanto sopravvivano gli spermatozoi all’interno dei genitali femminili? Secondo i dati di una recente ricerca del Kinsey Insitute, inoltre, la maggioranza degli uomini non sa neppure indossare correttamente il preservativo. Lo stesso dicasi per la conoscenza che le donne hanno del proprio corpo e del funzionamento degli organi riproduttivi, spesso alterata da credenze popolari che ormai dovrebbero essere obsolete o da condizionamenti sociali ancora improntati da maschilismo.

I giovani si rivolgono ai Consultori per lo più solo in caso di necessità e si fidano delle informazioni che circolano su internet ritenendole valide quanto quelle di un medico. Tra amiche, poi, è facile farsi una lavanda di coca cola come rimedio ad un rapporto non protetto o ritenere che l’unico rischio nel fare sesso in acqua possa essere quello di affogare. La confusione regna sovrana, insieme alla sola certezza che pare fornire un contraccettivo ormonale: ingrassare.

Gynevra.it  ha intervistato ragazze e donne adulte (nonché maschietti!) per testare il grado di conoscenza e consapevolezza sui vari aspetti della contraccezione, ponendo poi le stesse domande alla Prof.ssa Alessandra Graziottin per confrontarne l’esattezza.

Per ogni tema Gynevra proporrà un succulento faccia a faccia tra l’esperto e il pubblico, che abbiamo trovato non sempre preparatissimo… Segui il nostro nuovo format Head2head e fai attenzione: la prossima volta potrebbe toccare a te!

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